Progetti

Indipendente – InReTe

AIAS Ivrea partecipa al progetto “Indipendente”: un percorso condiviso verso la massima autonomia possibile

AIAS Ivrea è tra gli enti del territorio coinvolti nel nuovo progetto “Indipendente”, un’iniziativa di coprogettazione dedicata alla vita indipendente delle persone con disabilità, sviluppata nell’ambito della Legge 112/2016 (“Dopo di noi”).
Un percorso ambizioso e profondamente necessario, che mette al centro il diritto di ogni persona di scegliere come e dove vivere, costruendo una prospettiva di autonomia possibile, sostenibile e condivisa.

Il progetto è il risultato di un tavolo di lavoro che ha coinvolto enti del Terzo Settore, famiglie, servizi sociali e sanitari, associazioni e realtà territoriali. Insieme, questi soggetti hanno definito un impianto progettuale unitario che accompagnerà nel tempo persone con disabilità e famiglie nella complessa transizione verso nuove forme di abitare e di autodeterminazione.

Un percorso graduale, costruito sulle persone

“Indipendente” prevede un’articolazione in fasi che parte dall’ascolto e dalla mappatura dei bisogni, per arrivare alla creazione di gruppi di interesse, momenti formativi, colloqui individuali e attività di sostegno rivolte sia alle persone con disabilità sia ai loro familiari.
Un approccio rispettoso dei tempi, delle storie e delle esigenze di ciascuno, che riconosce la delicatezza emotiva del tema e la necessità di procedere passo dopo passo.

Tra le azioni previste:

  • incontri di informazione e orientamento aperti alla cittadinanza;
  • questionari e colloqui di approfondimento per comprendere desideri, aspettative e posizionamenti delle famiglie;
  • gruppi di sostegno e accompagnamento, distinti tra persone con disabilità e familiari;
  • azioni di sperimentazione dell’autonomia, visite a progetti innovativi, soggiorni, esperienze fuori casa, percorsi di avvicinamento all’abitare;
  • interventi specifici in situazioni di emergenza o di revisione di progetti abitativi già attivi.

Il ruolo di AIAS

AIAS Ivrea partecipa al progetto come partner di rete, contribuendo con la propria esperienza a sostenere famiglie e persone nel percorso verso l’indipendenza, collaborando con gli altri ETS e con i servizi territoriali.
Un impegno che si inserisce pienamente nella missione dell’associazione: promuovere la qualità di vita, l’autonomia e l’inclusione nella comunità.

Un lavoro di comunità

Il progetto non riguarda solo l’abitare, ma l’intero Progetto di Vita della persona: relazioni, lavoro, partecipazione sociale, autodeterminazione.
Per questo coinvolge scuole, amministrazioni locali, vicinato, fondazioni, associazioni e cittadini, costruendo una rete ampia e competente attorno alle famiglie.

“Indipendente” rappresenta un passo importante per il Canavese: un’occasione per crescere come comunità e per offrire alle persone con disabilità una prospettiva reale di futuro, rispettosa della loro dignità e dei loro desideri.

Elena ZambolinIndipendente – InReTe
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Verso l’indipendenza

Verso l’indipendenza: un nuovo percorso dedicato alle famiglie con minori con disabilità

Prende il via nel mese di maggio Verso l’indipendenza – Non è mai troppo presto, il nuovo progetto promosso dalla Fondazione di Comunità del Canavese e realizzato da AIAS Ivrea insieme a SillAba, con l’obiettivo di accompagnare le famiglie con bambini e ragazzi con disabilità in un percorso strutturato di informazione, formazione e sostegno.

Il progetto nasce dalla volontà, condivisa da molte realtà del territorio, di favorire una cultura dell’autonomia che inizi già in età infantile e preadolescenziale, in continuità con le iniziative già attive sul tema del “Dopo di Noi”. Preparare oggi i più giovani significa infatti costruire basi solide per il futuro, permettendo a ciascuno di sviluppare competenze e consapevolezze utili alla definizione del proprio progetto di vita.

A chi si rivolge

Il percorso è dedicato alle famiglie con minori con disabilità e autismo, dagli 0 ai 18 anni, con l’intento di valorizzare la ricchezza di esperienze e bisogni differenti e creare uno spazio protetto di confronto.

Le attività previste

  1. Informazione e orientamento

Un primo ciclo di tre incontri serali offre alle famiglie strumenti concreti per orientarsi tra norme, diritti e servizi presenti nel Canavese.
Gli appuntamenti previsti:

  • 15 maggio 2025 – “How to? Dalla normativa alla pratica”
    Un vademecum per i genitori su diritti e tutele.
  • 29 maggio 2025 – “Le istituzioni si presentano”
    Un dialogo diretto con rappresentanti dei Consorzi socio-assistenziali, NPI e scuole del territorio.
  • 25 settembre 2025 – “Cosa offre il territorio?”
    Una mappatura partecipata di associazioni, servizi e risorse attive.

Gli incontri si sono svolti dalle 17.30 alle 19.30 presso ICO Academy – Via Jervis 11, Ivrea.
È possibile richiedere il servizio di babysitteraggio.

  1. Formazione per operatori e caregiver

La seconda fase approfondisce il tema dell’autonomia e del Progetto di Vita, grazie alla guida del dott. Burlina, psicologo ed esperto nazionale sul “Dopo di Noi”. Si compone di:

  • Due mattinate formative per operatori (16 ottobre 2025 e 27 novembre 2025) a Ivrea, aperte gratuitamente a educatori, insegnanti e professionisti del settore.
  • Due serate per caregiver (nelle stesse date, ore 17.00–19.30) presso ICO Academy, per aiutare le famiglie a immaginare e costruire il futuro dei propri figli.

Anche per questa fase è disponibile il servizio di babysitteraggio su richiesta.

  1. Accompagnamento e gruppi di confronto

La terza fase offre sei incontri di gruppo per le famiglie, condotti da operatori formati, e due momenti di supervisione dedicati agli operatori. Un’occasione preziosa per condividere vissuti, difficoltà e strategie utili nella quotidianità.

 

AIAS Ivrea è orgogliosa di essere partner esecutivo di un progetto che mette al centro la comunità e promuove strumenti concreti per sostenere le famiglie, passo dopo passo, “verso l’indipendenza”.

Elena ZambolinVerso l’indipendenza
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Il Castello non c’è più

Edizione Carnevale di Ivrea 2025
Premio “Spirito del Carnevale – DNA Arancio”

Cos’è “Il Castello non c’è più”

“Il Castello non c’è più” è il progetto che lavora per rendere lo Storico Carnevale di Ivrea più accessibile, accogliente e inclusivo, permettendo anche alle persone con disabilità di vivere la festa e i suoi momenti simbolici in sicurezza, serenità e autonomia.

Il nome richiama il desiderio di “abbattere” barriere, visibili e invisibili, per costruire un Carnevale davvero aperto a tutta la cittadinanza.

Il progetto nasce in stretta collaborazione con la Fondazione dello Storico Carnevale di Ivrea, che ha scelto di investire con convinzione in accessibilità e sostenibilità sociale.

Obiettivi

  • Promuovere la cultura dell’accessibilità e della partecipazione.
  • Individuare strategie e azioni concrete per rendere il Carnevale fruibile da tutte le persone.
  • Supportare la Fondazione con pianificazione, ascolto del territorio e progettazione.
  • Creare spazi, strumenti e servizi che migliorino l’esperienza della festa già dall’edizione 2025 e in prospettiva pluriennale.

I numeri dell’inclusione

In Italia, le persone con disabilità sono il 21,4% della popolazione — circa 13 milioni.
Nel Canavese si parla di 78.000 persone.
Dati che rendono evidente quanto il tema dell’accessibilità non sia un aspetto marginale, ma un fattore sociale rilevante per tutta la comunità.
Il Gruppo di Lavoro

Coordinato da AIAS Ivrea APS, riunisce realtà del territorio con competenze ed esperienza nel campo dell’inclusione.
Referenti principali:

  • Elena Zambolin – AIAS Ivrea APS
  • Davide Bottone – Fondazione Casa dell’Ospitalità
  • Sergio Condello e Valeria Conti – InSuperAbili Ivrea
  • Claudia Zanino – SillAba
  • Federica Pavetto – SpecialMente ASD

Hanno aderito 17 enti, tra cui: Fondazione di Comunità del Canavese, APRI ODV, Asini si Nasce, Piccolo Carro, Una Casa per gli Amici di Francesco, Cooperativa Valdocco, Consorzio Copernico, Alce Rosso, Pollicino, Epicentro, ICO Impresa Sociale, INSUNICA, Polo Formativo OFFICINA H, ZAC!, Club Unesco, Arancia Ben-Data.
Azioni realizzate – Edizione 2025

Il lavoro del gruppo ha portato all’introduzione di novità concrete, pensate per migliorare la fruibilità dei momenti più intensi del Carnevale:

  1. Punti di vista protetti e accessibili

Aree dedicate per assistere in sicurezza a:

  • sfilata,
  • Palio degli Aranceri,
  • momenti ad alta affluenza.
  1. Mappatura dei servizi essenziali
  • Bagni accessibili
  • Parcheggi riservati
  • Aree di sicurezza
  1. Stand di decompressione – “Luogo Calmo”

Uno spazio riconoscibile e protetto, situato nei giardini davanti al Liceo Botta, dotato di:

  • sedute e spazio per il cambio
  • acqua, tisane e supporto per terapie
  • coperte ponderate
  • cuffie antirumore
  • volontari formati

Un punto di riferimento fondamentale per persone con disabilità motorie, sensoriali e neurodivergenze.

  1. Ascolto del territorio

Lo stand e i volontari hanno raccolto segnalazioni, necessità e proposte per costruire un progetto strutturato negli anni.

Il riconoscimento: Premio “Spirito del Carnevale – DNA Arancio”

L’edizione 2025 ha ottenuto un importante riconoscimento:
🎖 Premio “Spirito del Carnevale – DNA Arancio”, assegnato al progetto per la capacità di incarnare i valori del Carnevale — partecipazione, libertà, comunità — con un approccio innovativo e inclusivo.

Un risultato che valorizza l’impegno del gruppo di lavoro e l’attenzione crescente della città verso una festa più aperta a tutte e tutti.

Comunicazione e comunità

Il progetto è raccontato anche attraverso il profilo Instagram ufficiale:
👉 @ilcastellononcepiu
Dove sono condivise foto, aggiornamenti e testimonianze che mostrano il dietro le quinte del lavoro di rete e i momenti vissuti durante la festa.

Un progetto che guarda lontano

“Il Castello non c’è più” non si esaurisce con il Carnevale 2025: è l’inizio di un percorso che, anno dopo anno, vuole rendere la manifestazione sempre più accessibile, visibile e partecipata.

AIAS Ivrea continuerà a coordinare il gruppo di lavoro, promuovendo azioni concrete e sensibilizzando istituzioni, volontari e cittadinanza.

Elena ZambolinIl Castello non c’è più
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Albergo Etico Ivrea

Dal sogno al progetto: Albergo Etico arriva a Ivrea!

Il progetto

Insieme ad Hotel Albergo Etico di Asti, nasce il progetto di Albergo Etico a Ivrea: un progetto che nel mestiere vede una chiave di raggiungimento di quelle autonomie che caratterizzano la qualità di vita nel suo complesso.

Il progetto Albergo Etico Ivrea nasce infatti con l’obiettivo di creare una realtà ricettiva e ristorativa che impieghi come lavoratori sia persone con disabilità, sia persone normotipiche.

Il modello

Ad animare il nostro progetto è uno spirito fortemente sociale che guarda al futuro di una città come Ivrea allineandosi con i diffusi esempi delle realtà internazionali in cui l’inclusione delle diversità è prassi consolidata.

Il progetto, infatti, è mosso dalla volontà di creare un’interazione tra il mondo “abile” e quello “disabile”.

La rete

Il progetto prende le fila da Albergo Etico Asti, promotore di un modello formativo e di un circolo virtuoso che prevede che il futuro dei ragazzi non sia quello di stare dentro una struttura, ma di farsi una vita partendo dalle potenzialità che ciascuno ha.

Lavoro e disabilità: si può fare

Come per tutta la rete Albergo Etico, il principio fondante delle varie realtà è la piena integrazione lavorativa tra persone con disabilità e colleghi normotipici, in un moltiplicarsi di opportunità adeguate alle potenzialità di ognuno.

 

Trasversale alle disabilità

Albergo Etico Ivrea è una realtà che vuole valorizzare tutte le fragilità del mondo della disabilità, fisiche, cognitive, sensoriali e relazionali. Per questo il progetto prevede il lavoro fianco a fianco di colleghi con situazioni differenti. Questo non significa, però, un appiattimento o una standardizzazione del percorso, anzi: il progetto lavorativo di ogni singola persona punta a realizzare appieno le sue specifiche capacità e potenzialità.

La rete consente di offrire una varietà di situazioni lavorative diverse, più o meno a contatto con il pubblico, più o meno rapide, più o meno prevedibili, che consentono la rotazione tra ambiti diversi in una vera e propria palestra di apprendimento graduale e continuo.

Funzionale alla vita autonoma

Le competenze specifiche che si allenano e si sviluppano nella gestione delle attività ricettive e ristorative hanno un ulteriore pregio intrinseco: sono strettamente funzionali alla vita autonoma nel suo senso più ampio.

Il percorso all’interno del progetto, sia esso di completa integrazione lavorativa o di più parziale attività laboratoriale, di volontariato o addirittura di fruizione, consente di mettersi alla prova in quelli che saranno i compiti di vita: dalla somministrazione di pasti e bevande, alla gestione di una stanza, alla coabitazione, ma anche agli spostamenti. Una palestra continua e personalizzata, in rete con la comunità: questo il nostro progetto per tutti coloro che entrano a far parte di Albergo Etico.

Formazione continua

La formazione inizia a casa, ben prima di arrivare in Albergo Etico: il percorso verso l’integrazione lavorativa, infatti, nasce proprio dalle autonomie di base, quelle che si costruiscono nel tempo con il coinvolgimento attivo di famiglie ed educatori specializzati sulla terapia occupazionale.

Dall’igiene personale, alla vestizione, all’autonomia negli spostamenti, alla gestione del tempo e del denaro, all’educazione alimentare e il rispetto delle regole: nulla è lasciato al caso in questo percorso, tutto si costruisce insieme.

Un secondo passo importante è quello dell’Accademia dell’Indipendenza, il centro di formazione centrale di Albergo Etico, ad Asti, in cui tutti ricevono una prima formazione e sperimentano allo stesso tempo il vivere lontano da casa.

La formazione prosegue poi in stretta collaborazione con gli Istituti Professionali alberghieri, in un percorso condiviso che li vede in rete in diverse aree di Italia, attivando anche periodi di scambio tra le diverse realtà.

I principi che ci guidano

Il progetto di Albergo Etico, in Italia e nel mondo, è una rete che va ben oltre le attività di ristorazione ed ospitalità: è un sistema basato su solidi principi condivisi da tutte le realtà locali, che si rafforza dall’incontro di ogni esperienza.

 

Sostenibilità a 360°

Albergo Etico è una realtà sostenibile fin dalla sua missione, sotto tutti i punti di vista, a partire dalla sostenibilità economica, alla sostenibilità sociale, che vede il lavoro come strumento di realizzazione di una vita piena e ricca, alla sostenibilità ambientale.

Grande attenzione è infatti dedicata sia all’approvvigionamento sul territorio, locale, stagionale e solidale, così come alle politiche di risparmio energetico.

Accessibilità totale

Tutti gli edifici di Albergo Etico hanno un occhio di riguardo al tema dell’accessibilità, e una serie di collaborazioni virtuose sono state sviluppate sui diversi fronti.

Il primo tema è quello dell’abbattimento delle barriere architettoniche, si affronta sia il tema delle disabilità fisiche sia quello delle disabilità sensoriali: dalle rampe, alle porte, alla regolazione dell’intensità degli stimoli (luci, odori, temperatura).

Si lavora inoltre sul fronte delle disabilità cognitive e delle modalità per rendere accessibile l’informazione: dalla semplificazione, alla simbolizzazione, all’utilizzo di strumenti specifici come palmari o vocalizzatori.

Affinché i luoghi di Albergo Etico siano casa in cui ogni necessità sia accolta.

L’impatto

Non solo integrazione lavorativa per persone con disabilità: l’impatto di Albergo Etico è ben più ampio.

Per una valutazione integrata ci basiamo sul concetto di SROI (Social Return on Investment), che è stato studiato e calcolato per la rete: per ogni euro investito, il ritorno stimato sulla società è tra i 3 e i 5 euro.

Questo significa avere a cuore l’impatto complessivo: prestare attenzione alla formazione specifica dei colleghi normotipici, avvicinare e coinvolgere la società tutta, inserirsi in una più ampia catena di fornitura virtuosa.

Vorresti saperne di più o far parte del progetto?

Ti aspettiamo!

Le famiglie, i ragazzi, le associazioni, le istituzioni, le imprese interessate a conoscere meglio la realtà di Albergo Etico possono contattare:
Elena Zambolin
329 2611435 

info@aiasivrea.it

Elena ZambolinAlbergo Etico Ivrea
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Laboratorio di frottage

L’arte come strumento di espressione che riduce differenze e distanze.

Questo il credo dietro al primo laboratorio di frottage, tenuto da Luca Zurzolo, artista canavesano, con e per i ragazzi di AIAS Ivrea.

Un momento in cui sperimentare la natura, la materialità degli elementi, e come il segno umano possa trasportare e trasformare l’oggetto in rappresentazione.

Elena ZambolinLaboratorio di frottage
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Peer To Peer

Ogni figlio sente l’esigenza, ad un certo punto della vita, di volersi autonomizzare dalla propria famiglia di origine, per costruirsi spazi di vita, ruoli sociali, relazioni interpersonali esterne, grazie alle quali vivere esperienze di confronto su temi essenziali per la propria crescita, quali amicizia, affetti, sesso, lavoro.

Un figlio con disabilità è un figlio per il quale il processo di differenziazione dalla madre e dal padre è molto più difficoltoso. I giovani disabili spesso vengono considerati adolescenti che non cresceranno mai: pensarli grandi, adulti, autonomi è molto difficile per i genitori.

Il progetto Peer To Peer nasce in risposta proprio a queste esigenze.

Consiste nell’attivazione di un’attività settimanale (all’interno di un appartamento sito in via Palestro, 74) in cui i ragazzi possano ritrovarsi, fare la spesa, preparare un pasto e organizzarsi in attività pre e dopo cena gradatamente sempre più in autonomia.

Ma soprattutto, i ragazzi saranno guidati sia da personale educativo, sia da due ragazzi disabili più grandi, che proprio all’interno di quell’appartamento stanno portando avanti un progetto di sperimentazione abitativa.

In termini tecnici, “peer education“, educazione tra pari. In pratica, ragazzi che sperimentano un cambio di ruolo: da assistito, a soggetto attivo; da utente, a esperto, a tutor a sua volta.

L’appuntamento non sarà pertanto un semplice laboratorio di cucina ma un avvicinamento a tematiche quali l’abitare, il diventare adulto, l’indipendenza e l’autonomia in una dimensione dove non è l’educatore a stimolare i messaggi ma un giovane più “grande di me”.

Elena ZambolinPeer To Peer
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Facciamo che noi saremo

Come AIAS Ivrea, partecipiamo in modo attivo al progetto “Facciamo che noi saremo”, promosso dal consorzio In.Re.Te., che mette in connessione tutte le associazioni e le realtà del territorio per generare una visione integrata delle sfide e delle necessità poste dal tema del “Dopo di noi…”, ed una risposta completa e condivisa.

Con una modalità esperienziale e partecipativa, il progetto sta esplorando il sentire di tutte le realtà coinvolte, spingendo tutti a posizionarsi come attori del percorso e a plasmarlo insieme.

Quali sono le possibilità per persone con disabilità, famiglie, operatori professionali e servizi di fronte alle sfide poste dai cambiamenti: ri-conoscersi, costruire saperi condivisi, generare fiducia, mettersi in gioco?

Il tuo contributo è per noi prezioso: per ogni commento, opinione, idea, o se ti interessa saperne di più su questo argomento, siamo a disposizione.

Puoi telefonarci al 346-6333896 o scriverci a info@aiasivrea.it

Elena ZambolinFacciamo che noi saremo
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Siblings, la parola che mi manca

Il termine sibling indica il rapporto di fratellanza, ma ormai è in uso per indicare fratelli e sorelle di persone con disabilità.

La letteratura evidenzia le peculiarità della condizione di sibling: spesso questi soggetti, soprattutto in età infantile, si trovano a vivere una condizione particolare (talvolta traumatica) legata alla disabilità del proprio fratello/sorella ed alla gestione della stessa all’interno della famiglia e dei contesti di vita.

Ciò che emerge dagli studi effettuati finora è la necessità di costruire iniziative volte al “prendersi cura” dei siblings, iniziative a forte carattere preventivo più che curativo.

La condizione di sibling, infatti, non necessariamente comporta la presenza di aspetti critici o patologici, bensì si ritiene che offrire degli spazi e degli interventi mirati possa migliorarne la qualità della vita con una positiva ripercussione sull’intero nucleo famigliare e non da ultimo sul fratello/sorella disabile.

L’iniziativa che portiamo avanti vedrà le seguenti fasi di attività:

  1. difusione della cultura dei sibling
  2. creazione di momenti di informazione e formazione rivolti alla cittadinanza
  3. creazione di percorsi di informazione e formazione rivolti a famiglie
  4. realizzazione di un percorso di formazione per facilitatori di gruppi per sibling
  5. lancio del primo percorso di gruppo per sibling
Ecco le tre date:

  • Ivrea: 17 maggio in Sala Santa Marta (17.00-19.00)
  • Cuorgnè: 24 maggio presso l’Ex Chiesa SS Trinità (17.00-19.00)
  • Caluso: 31 maggio presso la Sede CISSAC (17.00-19.00)

Il tuo contributo è per noi prezioso: per ogni commento, opinione, idea, o se ti interessa saperne di più su questo argomento, siamo a disposizione.

Puoi telefonarci al 346-6333896 o scriverci a info@aiasivrea.it

Elena ZambolinSiblings, la parola che mi manca
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Tu chiami, AIAS risponde

Crediamo che nessuna famiglia debba mai sentirsi sola: per questo abbiamo istituito un numero di telefono al quale contattarci liberamente, per un consiglio, un’informazione, o anche semplicemente un attimo di conforto e condivisione.

Puoi telefonarci al 346-6333896.

Salva questo numero in rubrica, usalo quando lo desideri, offrilo a chi ti sembra averne necessità. Siamo a distanza di uno squillo.

Elena ZambolinTu chiami, AIAS risponde
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Ci vuole un villaggio

Con il progetto “Ci vuole un villaggio” vogliamo permettere a chi solitamente non ha modo di avvicinarsi alle attività di volontariato.

Tanti raccontano con dispiacere di non avere abbastanza tempo, o di non sentirsi preparati a sufficienza, per impegnarsi in un’attività di volontariato. Con questo progetto, cerchiamo di dare risposta a tutte queste energie e disponibilità che sono, invece, davvero preziose.

Ogni volontario potrà donare all’iniziativa una o più ore del suo tempo, anche se limitate come quantità (eg. qualche ora per mese) e/o non continuative.

Messe insieme, coinvolgendo persone diverse da parenti e terapeuti, creano una rete di attività e di relazioni, dentro la quale i beneficiari disabili possono muoversi con sempre più sicurezza, e crearsi attorno non solo una famiglia, ma un vero “villaggio”.

Le disponibilità vengono raccolte da professionisti che accompagnano nella realizzazione delle attività più adatte, sia per i donatori sia per i beneficiari. Non c’è bisogno di particolari capacità specifiche, perché tutte le attività si potranno imparare sul campo, e si baseranno sui talenti che ognuno saprà portare.

Anche le piccole e medie imprese del territorio sono le benvenute nel progetto: possono adottare un’iniziativa, e contribuire con le ore dedicate dai dipendenti e dai colleghi, diffondendo la cultura del volontariato d’impresa.

Ogni ora conta, ogni persona conta. Insieme, costruiamo un “villaggio”.

Vorresti fare il volontario?

Ti aspettiamo!

Se ti interessa segnalare la tua disponibilità o saperne di più su questo argomento, puoi telefonarci al 329-2611435 o scriverci a info@aiasivrea.it

Elena ZambolinCi vuole un villaggio
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